Presentazione

Il Museo di Chimica, istituito formalmente nel settembre del 2022 per delibera del Consiglio di Dipartimento, custodisce e promuove presso il pubblico materiali e attrezzature di interesse storico impiegati nei laboratori di ricerca e didattici a partire dai decenni precedenti la fondazione della Città delle Scienze, testimoniando la prestigiosa storia dell'istituto Chimico. Ha sede presso l'atrio nobile del Dipartimento di Chimica, in Via Pietro Giuria 7


Il Museo, strutturato in isole tematiche e cronologiche, racchiude la storia dell'edificio dell'Istituto di Chimica e di alcuni dei suoi più celebri frequentatori. È composto da tre isole: una prima dedicata alla materia, trasformazioni e misure, contiene - fra gli altri - alcuni materiali provenienti dalla precedente sede del Gabinetto di Chimica Generale di via Po, risalenti agli ultimi due decenni dell'Ottocento e riconducibili a Michele Fileti, palermitano della scuola di Cannizzaro e titolare della Cattedra di Chimica di Torino dal 1881 al 1914. Fileti sovrintese all'allestimento dei nuovi laboratori di Via Giuria, curando che fossero all’avanguardia, e fondò la prima scuola di chimica dell’Istituto degna di nota. Tra i suoi allievi, Luigi Casale mise a punto un sistema di sintesi industriale dall’ammoniaca diffuso in tutto il mondo. 


Una seconda isola custodisce una tavola periodica, recentemente restaurata, databile agli anni Venti-Trenta del Novecento; l'isola si colloca cronologicamente attorno al periodo tra le due Guerre ed è in omaggio a Primo Levi, senza alcun dubbio il più celebre laureato del nostro Istituto. Levi ha impareggiabilmente descritto la vita nei laboratori didattici durante gli anni ingloriosi delle leggi razziali in diverse parti della propria produzione letteraria, ed in particolare ne Il sistema periodico, eletto The best science book ever written dalla londinese Royal Institution. Oltre alla tavola periodica, lucidi didattici e modellini di molecole e cristalli ci ricordano che la nostra disciplina è, intrinsecamente e marcatamente, un infinito rimando tra materia e idee, pratiche sperimentali, astrazione e riflessione.


Nel loggiato superiore una costola di questa seconda isola accompagna alla biblioteca dell’Istituto Chimico, intitolata al successore di Fileti, Giacomo Ponzio, che tenne (senza grandi slanci ma con grande determinazione sperimentale e accademica) la cattedra di Chimica Generale e Inorganica dal 1915 al 1941.


La terza isola celebra la Pace e la Ricostruzione. Ne è testimone Michele Giua, che ottenne finalmente la cattedra di Chimica Organica Industriale nel 1948, avendo superato il concorso già nel 1922. Le sue idee politiche progressiste e socialiste lo tennero infatti ai margini della vita accademica e quando nel 1933 rifiutò di prendere la tessera del Partito Nazionale Fascista dovette abbandonare l’Istituto. Arrestato due anni più tardi ne trascorse ben otto in carcere; memorie e riflessioni si trovano in Ricordi di un ex-detenuto politico. Giua fu membro della Consulta, dell’Assemblea Costituente e senatore per due legislature, nella sua vasta produzione editoriale vanno per lo meno ricordati il Dizionario di Chimica generale e industriale e il Trattato di Chimica Industriale, curati per la UTET, nonché gli approfonditi lavori di storia della chimica. Il boom del secondo dopoguerra riguardò anche lo sviluppo della strumentazione, per varietà e complessità, e della comunità, tanto da rendere necessario l'ampliamento dell'edificio con la costruzione di tre nuovi piani.


FrancescaTurco